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Giù le mani dal mio amico

  • tarzan-e-jane
  • 25 nov 2016
  • Tempo di lettura: 3 min

Jane:


'Non l’avevo chiesto, no. Quello proprio non l’avevo chiesto. Ma mi è capitato e non vedo come potrei rinunciarvi ora.


Nessuno shopping sfrenato, nessuna lacrima davanti all’ennesimo film d’amore, nessuna chiacchierata davanti ad una cioccolata calda, ma una fredda e spumosa birra e un panino degno di Homer Simpson: questa è una delle cose che più amo condividere con il mio caro amico.


L’eterno dilemma “amicizia fra uomo e donna possibile o non possibile”? No, tranquilli, non è di questo che voglio parlare.


Avete presente quella sensazione che si prova quando, dall’altra parte, c’è un uomo che non deve conquistarvi in nessun modo, perché l’unica cosa intima e profonda che potrebbe desiderare da voi è di essere accompagnato a fare pipì per non terminare quella conversazione, così interessante, che avete iniziato circa due ore prima? Io si! Io quell’uomo ce l’ho! E’ il mio migliore amico!


Quando sono in sua compagnia torno ad essere un’adolescente che crede che tutto (nel limite del legale) le sia concesso, ma con una consapevolezza tipica solo dell’età adulta: il controllo, o presunto tale.


Cosa scatta? Simpatia, empatia, alchimia, geografia (quest’ultimo punto è fondamentale per l’equilibrio delle parti) e, anche se mi dispiace ammetterlo, un pizzico di sana gelosia.


Già, gelosia… Non è possibile escludere questo sentimento perché, spesso, è ancora più forte nei rapporti di amicizia uomo-donna. A volte basta poco per innescare una bomba, ma la bandiera bianca viene sventolata velocemente per far pace, perché l’obiettivo comune è quello di stare bene insieme, ridere, scherzare, confrontarsi, condividere momenti, spazi e pensieri comuni e non, ma, soprattutto, guardare nella stessa direzione: quella dell’amicizia.


C’è una cosa su cui non transigo però…parenti, fidanzate, amici, amiche… nessuno può far del male al mio amico, nessuno può farlo soffrire, o comportarsi scorrettamente con lui facendolo penare, a meno che non voglia ritrovarsi ad affrontare la più potente e temibile delle tempeste: la sottoscritta.


Per cui… giù le mani dal mio amico!'



Tarzan:


'Era il 1989 quando il miglior Billy Crystal di sempre e una incantevole Meg Ryan sperimentavano per la prima volta l'amicizia tra uomo e donna in una New York ancora pura nel suo simbolo di libertà.


Era il film "Harry ti presento Sally" ("When Harry met Sally"), nel quale Rob Rainer coglieva probabilmente nel segno di quello che è, verosimilmente, il menage tipico dell'amicizia tra uomo e donna.


Ma, alla fine, ammesso e non concesso che ci si trovi di fronte ad un Tarzan che sia riuscito ad evolvere la sua maturazione sentimentale fino al livello 'femmina' (quello, per intendersi, nel quale scegli il tuo partner sentimentale per affinità elettive molto prima che per attrazione sessuale), cos'è la possessività femminile nei confronti del suo amico?


Perché il tuo amico dovrebbe 'farsi rubare' il rapporto speciale da un'altra Jane? Non può, perché la realtà è che il rapporto con la mia amica è un qualcosa di unico perché noi due siamo unici. Di sicuro il rapporto con un'altra amica sarebbe altrettanto unico, ma diverso. Ed è qui il punto. La diversità.


Credo che il rapporto con la mia amica sia un qualcosa che è molto lontano dall'amore perché meno condizionato di esso. E' una consapevolezza di un legame con una persona. E' la certezza dell'esistenza di un rapporto al di fuori di quella che è un'aspettativa. Ed è, ripeto, unico.


Sì, Jane, esiste probabilmente un limbo tra estranei e amanti costituito dal rapporto di complicità depurato dall'istinto sessuale.


Il tratto distintivo che comunque appare, nella differenza tra come i Tarzan vivono l'amicizia con voi Jane, è proprio questa punta di gelosia, magistralmente dipinta dalla scena del tappeto nel film di Rainer. La domanda vera è: la possessività è necessariamente sintomo di interesse sessuale latente?


Cari Tarzan, è semplice capirlo. Se è gelosa anche delle sue amiche, la risposta è "non necessariamente": probabilmente è una semplice espressione di insicurezza (del resto, Jane, ti conosco come le mie tasche...). Altrimenti, beh, probabilmente finirete per litigare su chi vorrà tenere quell'orrendo tavolo a forma di ruota di carro.'


 
 
 

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